La nostra Scuola si occupa principalmente dello studio e della divulgazione di tutti gli aspetti connessi con la disciplina Tradizionale Taoista, siano essi quelli legati alla Filosofia, alla medicina, alle arti marziali, alle pratiche alchemiche, o semplicemente alla storia e alla cultura appartenente a questo mondo.
Tutti gli studi svolti all’interno della nostra Scuola sono finalizzati al raggiungimento della vera essenza del Tao e delle discipline ad esso connesse: noi non ci vogliamo limitare alla sola pratica (se pur fedele) di questa disciplina, ma vogliamo giungere alla profonda comprensione dei principi che la generano, al fine di aumentare la consapevolezza di ogni singolo gesto.
I nostri insegnamenti sono dunque scanditi più dalla comprensione raggiunta dall’allievo, che dal tempo che esso ha dedicato allo studio: il nostro sistema didattico avanza con il soggettivo avanzamento della sua consapevolezza nei confronti dello studio svolto, e con la comprensione della gestualità ad esso connessa.
Lo stile della nostra Scuola “Metodo Xiu Zhen Dao®” svolge all’interno del Centro una specifica funzione didattica: esso è stato ideato appositamente al fine di semplificare l’apprendimento dello studente, avendo comunque cura di mantenere inalterati tutti i principi legati alla disciplina praticata.
Utilizzato già da diversi anni, questo rivoluzionario sistema di insegnamento ha riscosso molto successo nei suoi vari campi di applicazione (Qigong, Wushu, MTC, Filosofia, ecc).
Ma a prescindere dal sistema didattico utilizzato, la cosa più importante è rappresentata indubbiamente dalle fonti da cui la nostra Scuola attinge le sue conoscenze. Queste fonti possiedono radici molto profonde legate alla tradizione Taoista e rappresentano le basi di tutto il lavoro svolto all’interno del Centro.
Per quanto riguarda i programmi didattici dedicati al Wushu della nostra Scuola, essi originano da alcuni stili come L’Yi Quan o Da Cheng Quan, lo Xing Yi Quan, il Bagua Zhang ed altri vecchi stili Tradizionali di Wudang, come ad esempio:
Anche stili di derivazioni diverse dal Wudang vengono prese in esame dai nostri studi, tra questi stili vi sono il Baji Quan o “boxe delle otto estremità”, lo stile Xinyi Liuhe Quan, il Cha Quan e il suo derivato Tan Tui Quan.
Nel lavoro Marziale di Wudang vi sono alcuni principi base che devono essere rispettati, a prescindere dal tipo di stile praticato o esercizio eseguito.
Per prima cosa, un buon praticante deve lavorare al fine di mantenere un corpo in perfetta salute, sia all’esterno che all’interno. La forza del corpo è indispensabile per ottenere una vita lunga e piena di salute; inoltre questa forza è indispensabile per ricercare la saggezza immortale.
Tramite la pratica di questi esercizi si cerca di raggiungere la purificazione della mente, scacciando e allontanando tutti i pensieri negativi da essa al fine di poter entrare in uno stato di calma interiore, grazie al quale si può mantenere il proprio “centro”. Questo lavoro è detto “Rafforzare l’interno prima che l’esterno”.
Come seconda cosa, un buon praticante deve apprendere l’arte di guidare l’energia del proprio corpo, attraverso la consapevolezza della propria identità.
Grazie agli esercizi interni, si rinforza e si guida il Qi verso l’esterno, permettendo così di potenziare enormemente ogni movimento o azione del corpo. Questo tipo di esercizio prende il nome di “L’energia guida il corpo”.
Come terza cosa, un buon praticante deve imparare a vincere la durezza con la morbidezza e il rigido con il flessibile.
Essendo entrambe forze di una stessa entità cosmica, la durezza e la morbidezza devono essere conosciute e padroneggiate, ma la forza del Wudang sta proprio nel fatto di utilizzare ciò che è flessibile e tenero per contrastare e vincere ciò che è duro e rigido.
Nelle arti marziali interne cinesi si usa spesso dire:
“Niente su questa terra è più morbido e debole dell’acqua, eppure essa corrode le montagne; alla sua nascita un filo d’erba e tenero e debole, alla sua morte è duro e secco; la durezza genera la morte, la morbidezza genera la vita”
Come quarta cosa infine, un buon praticante deve imparare l’autocontrollo, attraverso un lavoro rivolto a temprare la propria mente e il proprio spirito.
La moralità e la retta via devono sempre essere tenute di gran conto nella pratica Wudang; la presunzione, l’arroganza e la superbia devono essere annullate, attraverso la ricerca della semplicità e dell’umiltà.
Questa tecnica si apprende praticando l’arte di “Bilanciare la mobilità con l’immobilità”, che consiste in movimenti lenti e posizioni lungamente mantenute, abbinate ad un profondo controllo respiratorio.
Anche il Qigong dei Monti Wudang è particolare ed unico: esso possiede svariati tipi di forme, le quali però vengono custodite gelosamente e difficilmente insegnate o esibite in pubblico, tanto da essere ritenute addirittura frutto di pura fantasia.
Tra le forme conosciute del Qigong di Wudang vi sono ben diciotto tipologie diverse di esercizi, i quali hanno dei nomi bellissimi quanto pittoreschi, ad esempio : “L’estrema felicità”, “Reggere il Cielo”, “Spingere le montagne”, “Il volo dell’oca selvatica”, “Offrire la frutta”, “La gru in volo”, “Agitare l’erba”, e così via.
Questi nomi fanno immediatamente percepire il grande attaccamento che i Maestri fondatori avevano nei confronti della natura.
Lo scopo iniziale di un particante di Qigong è quello di raggiungere il cosidetto Xiaozhoutian “Piccola rivoluzione Celeste”, il cui fine è quello di migliorare il rapporto tra se stessi e la propria energia. La seconda meta è quella di effettuare Dazhoutian “la grande rivoluzione Celeste”, il cui scopo è quello di mettere in contatto il praticante con il proprio spirito. Il terzo ed ultimo obbiettivo è definito “Ritorno al vuoto”, e rappresenta quella fase in cui lo spirito del praticante si fonde con tutte le cose del mondo (i diecimila esseri) riscoprendosi parte di una unica entità.
Le discipline interne Taoiste (Qigong e Wushu) non vengono mai praticate singolarmente, bensì tutte insieme, infatti a Wudang si usa dire che
“Le tre arti marziali interne, prese insieme, le si possono ammirare come un drago che volteggia nel cielo”
dove la testa è rappresentata dallo stile Xinyiquan, perchè esso è il più aggressivo tra tutti, mentre il corpo del drago è caratterizzato dallo stile Baguazhang, perchè deve essere in grado di muoversi e contorgersi nelle otto direzioni, e infine la coda del drago è rappresentata dal Taijiquan, in quanto esso pone particolare attenzione nella parte dedicata alla difesa, così come farebbe la coda del drago di Wudang.